La riforma dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013 è incentrata sulle priorità di Lisbona e Goteborg - occupazione, ricerca, innovazione, sviluppo sostenibile - ed è caratterizzata da molte novità. Innanzi tutto, i fondi strutturali saranno tutti riconducibili non più a sei, ma a tre obiettivi. Poi sarà rafforzato il principio del partenariato: gli attori sociali ed economici, le organizzazioni ambientaliste e quelle del terzo settore potranno decidere, insieme alle autorità locali, in che modo e in quale misura impiegare le risorse comunitarie.
I tre nuovi obiettivi saranno: "Convergenza e competitività", "Competitività regionale e occupazionale" e "Cooperazione territoriale europea".
1) Convergenza e competitività. Questo obiettivo, relativo alle necessità di colmare il divario tra i livelli di sviluppo delle diverse aree, sostituirà l’attuale "Obiettivo 1", diventando ancor più rilevante, dopo l’allargamento, ed essendo proclamato anche all’interno dello stesso Trattato Ue.
Esso interesserà le regioni caratterizzate da un Prodotto interno lordo (Pil) inferiore al 75% della media europea. Rientrano in tale fattispecie Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. Per la Basilicata, invece, si applicano le misure "phasing out", destinate alle regioni che superano tale soglia non per meriti propri, ma semplicemente a causa del fatto che l’allargamento dell’Ue ha provocato un abbassamento della media del Pil ("effetto statistico").
I fondi che rientrano in questo obiettivo sono il Fondo di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) ed il Fondo sociale europeo (Fse).
All’obiettivo è destinato il 78% delle risorse disponibili, pari a 262 miliardi di euro.
2) Competitività regionale e occupazionale. Questo obiettivo riguarda la capacità di fronteggiare le nuove sfide, legate ai cambiamenti in atto, come ad esempio la globalizzazione del commercio, la transizione verso un’economia della conoscenza, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dell’immigrazione, la carenza di manodopera in settori strategici, i problemi di inserimento sociale.
Esso interessa tutte le regioni che prima rientravano negli obiettivi 2 e 3, oltre a quelle uscite dall’Obiettivo 1 per meriti propri, come la Sardegna. A quest’ultima verranno applicate le misure previste per le regioni in una situazione di "phasing in", concedendole un sostegno finanziario degressivo fino al 2013.
I fondi che rientrano i questo obiettivo sono il Fesr e l’Fse.
A questo obiettivo è destinato il 18% delle risorse disponibili, pari a 60 miliardi di euro.
3) "Cooperazione territoriale europea". Col terzo obiettivo si intende raggiungere un alto livello di integrazione "armoniosa" ed equilibrata sul territorio dell’Unione, attraverso la cooperazione transnazionale e interregionale.
Sono interessate all’obiettivo tutte le regioni. Il fondo di riferimento è solamente il Fesr.
A questo obiettivo è destinato il 4% delle risorse disponibili, pari a 14 miliardi di euro.
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